"There is a crack in everything, that's how the light gets in."
Leonard Cohen
FLORAMAGNIFICA
La serie Floramagnifica di Matteo Basilé si impone come un manifesto visivo della contemporaneità, un viaggio ipnotico tra natura e umanità che riscrive i codici dell’ibridazione iconografica. Ogni ritratto rappresenta un frammento di un’archeologia immaginifica, dove la bellezza effimera si solidifica nell’atto creativo, generando un cortocircuito emotivo tra il tangibile e l’etereo.
Al centro del progetto si sviluppa l’idea di un DNA femminile unico, declinato in 21 generazioni ideali che si sovrappongono nello stesso istante, evocando una continuità temporale senza inizio né fine. La femminilità diventa il perno simbolico di un racconto ciclico e universale, un’allegoria dell’eterna resilienza che attraversa il tempo e lo spazio.
Floramagnifica si distingue per l’uso pionieristico dell’intelligenza artificiale, addestrata dallo stesso Basilé in un lungo processo di calibratura estetica ed emotiva. L’AI, plasmata dall’artista, diventa un alleato nella creazione di ritratti che non si limitano a rappresentare il visibile, ma scavano nell’essenza psicologica e spirituale dei soggetti. È qui che si materializza un ritratto dell’anima, un’evocazione che supera la mera superficie per entrare nei territori profondi dell’interiorità.
La scelta del bianco e nero conferisce alle opere una qualità atemporale, una solennità che amplifica l’intensità narrativa e concentra l’attenzione sui dettagli minuziosi. La botanica reinventata, con le sue fioriture oniriche e impossibili, ridefinisce la natura come un teatro del possibile, un luogo dove il reale si dissolve nel sogno. Basilé rende omaggio alla ritrattistica fiamminga attraverso la meticolosa cura dei tessuti, delle luci e delle texture, trasformando ogni ritratto in una cattedrale visiva del dettaglio.
I soggetti emergono da un universo sospeso, un limbo onirico dove sacro e profano si intrecciano senza soluzione di continuità. I fiori diventano estensioni organiche dei corpi, metafore visive della fragilità e della forza che definiscono l’essere umano. In questo intreccio di natura e identità, Basilé ci invita a riflettere sull’interconnessione tra l’uomo e il suo ambiente, ridefinendo il nostro rapporto con l’alterità.
Con Floramagnifica, Matteo Basilé riafferma la sua poetica dell’ibridazione culturale e tecnologica, dando vita a un linguaggio artistico che attraversa confini e convenzioni. Le opere, potenti e stratificate, trasformano l’osservazione in un’esperienza immersiva, un dialogo visivo che emoziona e ispira, spingendoci a guardare oltre la superficie per scoprire la complessità dell’esistenza.
FLORAMAGNIFICA
Matteo Basilé’s Floramagnifica stands as a visual manifesto of contemporary artistry, an hypnotic journey between nature and humanity that rewrites the codes of iconographic hybridization. Each portrait captures a fragment of an imaginative archaeology, where ephemeral beauty solidifies through creative action, generating an emotional short circuit between the tangible and the ethereal.
At the heart of the project lies the concept of a unique feminine DNA, unfolded across 21 ideal generations coexisting in a single timeless moment. Femininity becomes the symbolic axis of a cyclical and universal narrative, an allegory of eternal resilience transcending time and space.
Floramagnifica distinguishes itself through the pioneering use of artificial intelligence, meticulously trained by Basilé over months of aesthetic and emotional refinement. The AI, molded by the artist, emerges as a collaborator in creating portraits that go beyond mere representation of the visible, delving deep into the psychological and spiritual essence of the subjects. Here, a portrait of the soul takes shape, an evocation that transcends surface appearances to explore the profound realms of interiority.
The choice of black and white imbues the works with a timeless quality, a solemnity that heightens narrative intensity and draws focus to intricate details. Reinvented botanicals, with their dreamlike and impossible blooms, redefine nature as a theater of possibilities, a place where reality dissolves into fantasy. Basilé pays homage to Flemish portraiture through meticulous attention to fabrics, lighting, and textures, transforming each portrait into a visual cathedral of detail.
The subjects emerge from a suspended universe, an oneiric limbo where the sacred and the profane intertwine seamlessly. Flowers become organic extensions of the body, visual metaphors of the fragility and strength that define the human condition. In this intertwining of nature and identity, Basilé invites us to reflect on the interconnectedness between humanity and its environment, redefining our relationship with otherness.
With Floramagnifica, Matteo Basilé reaffirms his poetics of cultural and technological hybridization, giving life to an artistic language that transcends boundaries and conventions. The works, powerful and layered, transform observation into an immersive experience, a visual dialogue that moves and inspires, urging us to look beyond the surface to uncover the complexity of existence.
"Life is a process of becoming, a constant mutation of form and substance."
— Gilles Deleuze, Difference and Repetition
Pholisma Sonorae
Il ritratto come visione aumentata e sintesi simbolica
Con Pholisma Sonorae, Matteo Basilé ridefinisce il concetto di ritratto contemporaneo, spingendolo verso un territorio liminale dove identità, tecnologia e percezione si incontrano. Questo primo video-ritratto, interamente realizzato con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, rappresenta un punto di convergenza tra l’esperienza artistica e l’esplorazione simbolica di uno spazio oltre il visibile. Basilé, attraverso l’addestramento della sua AI con un archivio personale di immagini e testi, costruisce una sintesi unica che fonde l’intimo e il collettivo, l’umano e il digitale, la memoria e il futuro.
Al centro dell’opera troviamo un’estetica contaminata, che si ispira alla natura transgenica del fungo. Questi organismi – ponti simbolici tra mondi biologici e filosofici – diventano qui il fulcro di un’analisi visiva che richiama l’esperienza lisergica, simile agli stati di percezione alterata generati dalla psilocina. Come in un viaggio psichedelico, le immagini si stratificano, moltiplicano e deformano, evocando un ritratto non lineare, capace di sfuggire alla fissità e alla descrizione tradizionale.
In Pholisma Sonorae, il ritratto non è solo il racconto di un’identità ma la manifestazione di un flusso. Ogni frame cattura un istante in mutazione, una porzione di quel territorio immaginario che Basilé definisce attraverso una grammatica digitale personale. La tecnologia, qui, diventa un mezzo poetico, una "sostanza aumentata" che amplifica l’estetica e trasforma l’intelligenza artificiale in un alleato creativo, un interprete visionario del linguaggio dell’artista.
L’opera di Basilé si radica nella tensione tra artificiale e organico, tra la memoria del corpo e la libertà del virtuale. Come scriveva Terrence McKenna, "i funghi sono mediatori cosmici, capaci di tradurre ciò che non possiamo comprendere". Allo stesso modo, Pholisma Sonorae traduce l’invisibile, portando lo spettatore in un luogo in cui il confine tra reale e immaginario si dissolve. Ogni dettaglio, ogni texture, è una narrazione implicita, una finestra su un universo parallelo in cui la psilocina diventa metafora della potenza generativa dell’AI.
Il risultato è un’esperienza immersiva e multisensoriale, un ritratto che non fissa, ma evolve; non descrive, ma trasforma. Pholisma Sonorae non è una chiusura, ma un’apertura: un manifesto sul futuro del ritratto, che celebra la fluidità come condizione necessaria per rileggere la realtà. Basilé plasma un nuovo paradigma, in cui l’intelligenza artificiale non è solo strumento, ma complice estetico, capace di amplificare l’essenza della visione e renderla materia viva.
In questo video, il ritratto emerge come una mappa di tensioni simboliche, in cui la natura transgenica del fungo diventa un codice visivo e concettuale, un portale verso una dimensione di conoscenza alternativa. Pholisma Sonorae è, infine, un omaggio alla metamorfosi: un invito a perdersi nelle pieghe del tempo e dello spazio, a lasciarsi contaminare da una bellezza che supera ogni confine, ponendo domande profonde sulla natura dell’identità e sulla creatività come atto condiviso tra umano e macchina.
Pholisma Sonorae
The Portrait as Augmented Vision and Symbolic Synthesis
With Pholisma Sonorae, Matteo Basilé reimagines the concept of the contemporary portrait, navigating a liminal space where identity, technology, and perception converge. This first video-portrait, fully conceived through artificial intelligence, stands as a nexus between artistic expression and the symbolic exploration of realms beyond the visible. By training his AI with a personal archive of photographs and writings, Basilé forges a singular synthesis that unites the intimate and the collective, the human and the digital, memory and the future.
At the core of the work lies a contaminated aesthetic, inspired by the transgenic nature of fungi. These organisms—symbolic bridges between biological and philosophical domains—serve as the focal point for a visual inquiry that recalls the lysergic experience, evoking altered states of perception induced by psilocin. Like a psychedelic journey, the imagery layers, multiplies, and distorts, conjuring a non-linear portrait that defies fixation and transcends conventional representation.
In Pholisma Sonorae, the portrait is no longer a mere depiction of identity but the embodiment of a flow. Each frame captures a moment of transformation, a fragment of the imaginary landscape that Basilé articulates through his distinct digital lexicon. Here, technology becomes a poetic instrument, an “augmented substance” that amplifies the aesthetic and elevates artificial intelligence to the role of a creative accomplice—a visionary interpreter of the artist’s voice.
Basilé’s creation is rooted in the tension between the artificial and the organic, between the memory of the physical body and the liberation of the virtual. As Terrence McKenna aptly stated, “Fungi are cosmic mediators, capable of translating what we cannot understand.” Similarly, Pholisma Sonorae translates the unseen, guiding the viewer into a realm where the boundary between the real and the imagined dissolves. Every detail, every texture, unfolds as an implicit narrative—a window into a parallel dimension where psilocin becomes a metaphor for AI’s generative potential.
The result is an immersive, multisensory experience—a portrait that does not fix but evolves; that does not describe but transforms. Pholisma Sonorae is not an endpoint but an opening: a manifesto for the future of portraiture, celebrating fluidity as an essential lens through which to reinterpret reality. Basilé crafts a new paradigm in which artificial intelligence is not merely a tool but an aesthetic collaborator, amplifying vision’s essence and materializing it into living matter.
In this video, the portrait emerges as a map of symbolic tensions, where the transgenic nature of fungi becomes both a visual and conceptual key—a portal to an alternative dimension of understanding. Pholisma Sonorae is, ultimately, an ode to metamorphosis: an invitation to lose oneself in the folds of time and space, to embrace a beauty that transcends boundaries, and to ponder profound questions about the nature of identity and creativity as a shared act between human and machine.